venerdì, ottobre 06, 2006

Inventio

Chi indovinò, penso, decise e volle
la prima lotta umida d’amore,
quel frullo interiore, strano e folle?

> Roberto Piumini, L'amore morale, 2001

Sentivo i denti di Silvia che scoprivo come delle montagne ogni millimetro dove io ero piccolo uno scalatore che le scopriva con la lingua lontano anni luce dal vuoto mostruoso del pensiero di fuori.
Allora dentro di me c’era il profumo l’odore senza passato futuro presente le onde che diventavano grandi del fiato che passava attraverso di noi che non c’eravamo più e io che ero soltanto fiato che entrava nel batticuore che incominciava a scandire i secondi del bacio che diventavano mesi.
Allora c’erano tantissimi mondi si formavano uno dietro l’altro per rinascere subito dopo trascinati altrove dalla saliva di Silvia che assieme a loro mi trascinava a occhi chiusi nel cinema, abbracciandola dentro la sentivo vicina per un istante come non avevo sentito nessuno mai.
Come quando ero piccolissimo quando ero un neonato che non sa niente del mondo lo scopre ogni secondo e tocca il tavolo e sente questo è tavolo pensa questo è legno impara le venature delle cose le superfici da toccare del mondo la consistenza della plastica la morbidezza della lana la presenza impalbabile dell'aria, quando ancora devi conoscere tutto, quando ancora non ti hanno detto che tutto è già stato fatto.

> Aldo Nove, Amore mio infinito, 2000

mercoledì, ottobre 04, 2006

Domino

Protagonista di Annunciazione [film di András Jeles presentato nel 1984 alla mostra di Venezia] è Adamo – il quale dopo essere stato creato, uscito dalle mani di Dio, entrato nel mondo, una sera, dopo aver vissuto con la sua donna, è colpito da un sonno profondissimo, e in questo sonno il tentatore gli fa vedere, quasi come in una specie di filmato sul futuro, tutto ciò che egli sarà. Questo Adamo, generando, sarà Milziade, sarà Tancredi, sarà Danton, sarà anche tutti i dittatori della storia. È in lui, nel suo seme, che è già nascosta tutta questa bava di sangue che viene disseminata su tutta la superficie della storia. Adamo – ed è questa la tentazione – vedendo il suo prodotto che egli offrirà nella storia, si sente responsabile di tutto questo.
Quando egli si risveglia, Lucifero ha raggiunto veramente il suo scopo. Adamo decide di suicidarsi; uccidendosi finalmente libererà questa terra dalla miseria dell'uomo. Ma prima di compiere questo gesto, egli guarda per l'ultima volta la sua donna, e guardando Eva, egli si accorge che è già incinta.
> Gianfranco Ravasi, Uomo, dove sei?, Lezioni sul Genesi, 2006

Un atto, per quanto innocente, non si esaurisce nella solitudine. Produce, come effetto, un altro atto e mette in moto un'intera catena di eventi. Dove finisce la responsabilità dell'uomo nei confronti del proprio atto che si prolunga così in maniera infinita, in una trasformazione incalcolabile e mostruosa? [...] Edipo è colpevole? La parola, tratta dal lessico dei giuristi, non ha qui alcun senso. Alla fine di Edipo re, egli si acceca con i fermagli della tunica di Giocasta che si è impiccata. È un atto di giustizia che egli vuole applicare a se stesso? La volontà di punirsi? O non è piuttosto un grido di disperazione? Il desiderio di non vedere più le atrocità di cui è la causa e l'oggetto? Un desiderio, allora, non di giustizia ma di annientamento?
> Milan Kundera, Il sipario, 2004

Essersi sbagliati, illusi, aver valutato male persone e situazioni, essersi lasciati ingannare dalle apparenze o trascinare dagli entusiasmi, non aver previsto gli effetti pur concepibili di certe cause, tutto questo era fino a ieri materia indiscussa di contrizione e di vergogna.
[...] In casi estremi, il tormento era tale da portare al suicidio; ma senza arrivare a tanto, l'errore veniva vissuto come mortificazione cocente, da tenere il più possibile segreta. Di questo atteggiamento verso l'errore non si trova quasi più traccia nella vita di oggi [...].
> Fruttero e Lucentini,
Il cretino in sintesi, 2002

giovedì, aprile 06, 2006

Lontano

Come potrei trattenerla in me,
la mia anima, che la tua non sfiori;
come levarla, oltre te, ad altre cose?
Ah, potessi nasconderla in un angolo
perduto nella tenebra, un estraneo
rifugio silenzioso che non seguiti
a vibrare se vibri il tuo profondo.
Ma tutto quello che ci tocca, te
e me, insieme ci prende come un arco
che da due corde un suono solo rende.
Su qual strumento siamo tesi, e quale
violinista ci tiene nella mano?
> Rilke, Canto d'amore, marzo 1907 (Capri)












Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
> Salmo 138

sabato, gennaio 07, 2006

Basterà


Fu così che i figli d’Israele parlarono a Dio: «Quando i principi trasgrediscono la Legge, è sufficiente per loro portare un’offerta, e vengono perdonati. Se a trasgredire è un unto, è sufficiente per lui presentare un sacrificio, e viene perdonato. Ma noi non abbiamo niente da offrirti: che cosa possiamo fare per essere perdonati?».
Rispose il Signore: «Portatemi un bue soltanto, e verrà accettato come sacrificio».
«Ma siamo poveri», gridò il popolo, «non possediamo nemmeno un bue».
«Va bene», disse il Signore, «datemi parole di Torà, dite qualche preghiera, e basterà».
«Non sappiamo come pregare», dissero i figli di Israele.
Allora Dio disse loro: «Va bene: allora piangete. Basterà che piangiate».

> Dal Midrash