domenica, gennaio 18, 2009

Davàr

Il profeta non scrive libri ma fa gesti e dice parole, inseparabilmente, che appartengono alla realtà primaria in cui si soffre o si gioisce, si vince o si perde, si vive o si muore, non alla realtà riflessa e secondaria costituita dalle forme liturgiche e sapienziali che rievocano il passato per confortare e rendere accettabile il presente. La parola-gesto, il davàr del profeta, opera con potenza creatrice sulla realtà, come il fiat del primo giorno. […] I verbi al tempo perfetto esprimono l'efficacia della parola profetica mostrandola già realizzata.

> Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, 1972