martedì, novembre 25, 2008

La fiaba, come i vangeli, è un ago d’oro, sospeso a un nord oscillante, imponderabile, sempre diversamente inclinato come l’albero maestro di una nave su un mare mosso. Come scegliere di volta in volta fra abbandono ed astuzia, ingenuità e sapienza, memoria e oblio salutare? Uno vince perché in un paese di creduloni e intriganti fu diffidente e segreto, l'altro perché si affidò infantilmente al primo venuto, o addirittura a un cerchio di malfattori. Enigma ogni giorno nuovo, proposto e mai risolto, se non nell’ora decisiva, nel gesto puro — non dettato da nulla ma alimentato, giorno per giorno, di pazienza e silenzio.

> Cristina Campo, Gli imperdonabili, 1987, corsivi miei

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